Gruppo Sportivo Barcon
Data di fondazione: 1969
È a metà del Novecento che Barcon conosce i primi fasti a livello sportivo. Naturalmente gli esordi sono di matrice calcistica. Il «virus» viene trasmesso da Levi Bandiera che all’epoca studiava a Padova e si poteva concedere il lusso di assistere a qualche gara dei biancoscudati all’Appiani.
Levi riceve in regalo, dal padre Angelo che era emigrato in Australia, un orologio e un pallone. «Papà m’inviò un pallone da football – ricorda – ma non da soccer. A dire il vero non era nemmeno da football bensì da basket. Ciò nonostante lo utilizzammo sui campi e sulle strade, fino a … sfasciarlo.»
Levi arruola il fratello Vito ma anche Severino Bresolin, Ettore Binotto, Paolo Mazzocato, Giuseppe e Bruno Quagliotto, in seguito emigrati in Canada, Ugo Cavarzan (che diverrà il primo allenatore della compagine amatoriale) e qualche altro elemento.
Bandiera si reca dal parroco Don Massimino Pellizzari, originario di San Zenone degli Ezzelini, e lo convince a prestargli un’area, la medesima ancor’oggi, dove vengono disegnati i contorni del campo da gioco. Il campo aveva l’asse principale in direzione Nord-Sud, mentre oggi è disposto da Est a Ovest. «Non c’era soldi per acquistare calce o gesso per tracciare le linee, così facemmo ricorso alla cenere che producevano i forni per cuocere il pane. Noi stesi in famiglia ne possedevamo uno.»
E le porte? «Le costruimmo con sei pali ricavati da un albero.» Le reti? «Non c’erano, come detto, fondi per acquistarle ed allora ricorsi ad uno stratagemma. Utilizzai il filo di ferro che veniva usato per avvolgere la paglia, lo intrecciai ben bene fino a costruire delle reti. Ammetto che mi procurai alcune vesciche ma la passione e la voglia di giocare erano davvero immense… In seguito costruimmo anche gli spogliatoi ma poi dovemmo cedere quella piccola area attrezzata per permettere la costruzione dell’asilo.»
A Barcon, nel frattempo, era confluiti i «ragazzi della Martinella» (all’epoca la via non si spegneva, come oggi, a Busta di Montebelluna, bensì proseguiva fino a Barcon) e quelli della vicina Zapparè.
L’attività svolta era puramente amatoriale ma fruttò elementi del calibro di Lino Berti, Gildo Pivato, Pompeo Merlo e Alessandro e Sisto Quaggiotto, tutti calciatori confluiti poi nel Montebelluna calcio. Nel 1957, il cappellano Don Federico, decise di affidare il terreno ad alcuni contadini affinché lo facessero fruttare con le tradizionali coltivazioni. Così scese il sipario sul calcio della frazione.
Di calcio, a Barcon, si riparlò nel 1968 quando un gruppo di appassionati bussò nuovamente alla porta del Parroco, monsignor Massimino Pellizzari, per avere in uso un appezzamento da utilizzare come campo. Don Massimino disponeva del lascito «Priorato di Barcon» che contava circa 60 campi di terra e concesse la medesima area dove, in precedenza, era sorto il primo terreno di gioco.
Nacque così il Gruppo Sportivo Barcon che affrontò, subito (1969-70), il campionato Juniores e quello Allievi. Primo presidente fu Tiziano Quaggiotto, primo allenatore Franco Binotto. Nel 1971-72 il Barcon disputa il primo torneo di Terza Categoria, anche all’epoca suddiviso in due gironi: Giunse secondo poiché due gare sempre con l’ultima della classe, il Postioma. Dal 1970 al 1993 la società militò sempre nello stesso campionato di Terza svolgendo, naturalmente, anche l’attività giovanile. Poi qualcuno, come Binotto, rassegnò le dimissioni – nel 1992 – per contrasti con la Comunità e il giocattolo si ruppe.
Fonte: Cinquant’anni di Sport a Vedelago, a cura di Giorgio Volpato e Piergiorgio Zavarise.
Comune di Vedelago, Assessorato allo Sport – Assessorato alle Politiche Sociali e Cultura.
Vedelago 2004