Gruppo Podistico Barcon
Il Gruppo Podistico Barcon sorse negli anni Settanta grazie alla passione ed alla spinta di Mario De Marchi e Celino Roberti. Una ventina di appassionati, amanti delle non competitive e della corsa su strada, si riunirono nella pizzeria «Occhial» e fondarono il club. «Inizialmente ci trovavamo la domenica mattina per gli allenamenti e poi anche per affrontare le prime trasferte» ricorda Mario De Marchi che ne fu presidente.
Tra i primi aderenti figuravano, oltre a De Marchi e a Roberti, anche Gino Quaggiotto, Mario Mazzocato, lo scomparso Giancarlo Pozzobon, Aldo Sommavilla, Gianni Perin, Giovanni Soligo e Renata Meneghetti. Il gruppo, infatti, poteva contare anche su presenze femminili.
«Aderimmo presto – continua De Marchi – alle riunioni con altri gruppi delle province di Padova e Venezia. Ci trovavamo a Villa del Conte (PD) con S. Martino di Lupari, Martellago e Fiesso d’Artico. Poi il gruppo si allargò e annoverò nuclei di Volpago del Montello, Giavera, Cusignana, Salgareda, ed altri veneziani e padovani.»
In seguito, sempre sotto la spinta decisa di Mario De Marchi, il Gruppo Podistico Barcon ampliò i confini, giungendo presto ad una settantina di unità. Quasi indispensabile, a quel punto, la necessità di reperire uno sponsor. Questo venne individuato nella Veclamar che permise di sviluppare l’attività senza grossi problemi.
Fiore all’occhiello del gruppo divenne quasi subito la corsa che veniva organizzata a marzo, naturalmente a Barcon, il giorno di S. Giuseppe. «Erano dieci chilometri con partenza in Piazza, dalla pizzeria Occhial, e arrivo davanti all’Asilo, vicino alla Chiesa» snocciola Celino Roberti.
«Tra i vincitori di questa corsa che organizzammo per tredici anni e toccò l’apice con 6000 iscritti in una delle ultime edizioni – aggiunge ancora De Marchi – ricordo Mario Rossi, Giuseppe Gatto, Spezzotto, Lavina e Pilot. Vi presero parte anche giovani alle prime armi, poi diventati stelle a livello internazionale, come Rosanna Munerotto di S. Lucia che partecipò a quattro edizioni, Salvatore Bettiol di Volpago ed, inoltre, la bellunese Agnese Possamai.»
«Il segreto di questa “non competitiva”? Sicuramente la qualità dei premi. Ad ogni iscritto regalavamo una colomba farcita oppure un galletto amburghese. Ai gruppi più numerosi andava una serie di soppresse (disponevamo di un’ampia scorta, quasi 250 insaccati) così come ai vincitori, cui spettavano altri premi. Ricordo, ad esempio, che ai nastri di partenza della nostra corsa si presentavano, puntualmente ogni anno, una scuola di Mussolente (VI) guidata dalla maestra, circa 150 alunni che concludevano regolarmente la gara.»
Con quali mezzi vi finanziavate?
«Sponsor a parte e contributi vari, tra cui quello del Comune, io e Mario Santinon bussavamo porta a porta a Barcon. Ci riconoscevano e ci offrivano un contributo all’insegna del “Come l’anno scorso, va bene?”. Mi sembrava quasi di chiedere l’elemosina ma i nostri concittadini non la pensavano così, anzi.»
In seguito, negli anni ottanta, il Gruppo Podistico Barcon cambiò sponsor. Alla Veclamar subentrò la Vierre Arredamenti di Caselle di Altivole ed il club aderì al Gruppo Podistico Triveneto (oltre una cinquantina di sodalizi), autentica molla, necessaria per continuare l’attività. Il gruppo continuò ad allenarsi di sera, sfruttando anche la struttura dello stadio Comunale di Vedelago, oppure la domenica mattina.
Poi «De Marche ed i suoi fratelli» cominciarono a partecipare a gare e a competizioni vicine minori come quella di Paese «Corri e cammina» e Loreggia, ma anche ad altre di un certo spessore, come Soave (VR), Bolzano, Belluno, Agordo, Sappada, ecc.
Il Gruppo, comunque, non si affiliò mai alla Fidal: «Ce l’avevano chiesto diverse volte – ribattono all’unisono Mario De Marchi e Celino Roberti – ma a noi non interessava più di tanto. Con i ricavi dell’attività finanziammo progetti in paese, tra le altre cose donammo un Altare, il Battistero, un leggio e un grande tappeto al nostro Parroco. Alla fine organizzammo una o due gite – ricordo le Cinque Terre ma anche un’escursione in Spagna – oppure una maxicena con premi vari, all’ultima “da Marchi” a Busta parteciparono oltre 100 persone.
Infine, all’incirca nel 1990-’91 il gruppo si sciolse.
Perché? «Perché – conclude De Marchi – io avevo lasciato e molti si erano stancati. Nel frattempo, anche nello sport, s’era accentuata la burocrazia, era stata introdotta la Partita IVA per i vari sodalizi ed allora decidemmo di lasciar perdere, chiudendo definitivamente l’attività.»
Fonte: Cinquant’anni di Sport a Vedelago, a cura di Giorgio Volpato e Piergiorgio Zavarise.
Comune di Vedelago, Assessorato allo Sport – Assessorato alle Politiche Sociali e Cultura.
Vedelago 2004